Mt 6,1-6.16-18
Con il Mercoledì delle Ceneri si entra nel tempo liturgico della Quaresima.
Questo giorno così particolare è caratterizzato dal gesto dell’imposizione delle ceneri sulla testa mentre il sacerdote accompagna questo gesto con la frase: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai” (cfr Gen 3,19). Noi siamo polvere, ma grazie all’amore di Dio siamo una polvere speciale che ha vita. Papa Francesco disse: “siamo la polvere amata da Dio”.
Il Vangelo della liturgia di oggi è molto denso, mi soffermo solo su due aspetti. Il digiuno e la preghiera.
Il digiuno che la Chiesa ci chiede oggi e il Venerdì Santo è astenersi dal fare uno dei pasti principali, mentre gli altri venerdì di Quaresima ci si astiene soltanto dalla carne. Questo gesto importantissimo, cioè il privarsi di qualcosa di fondamentale nella nostra vita come il cibo, ha poco valore se non lo cogliamo nel suo senso più ampio. Il digiuno è togliere qualcosa della propria vita che ci fa mettere una distanza tra noi e il Signore. Noi siamo come una cipolla con tanti strati, che ci costruiamo per stare nella nostra comfort zone, con il digiuno togliamo uno strato per volta e, una volta arrivati al nostro cuore più profondo, possiamo donarlo a Dio.
Solo allora si può parlare della Preghiera, cioè solo quando sono libero dalle sovrastrutture che mi separano da Dio posso chiudermi nella mia stanza e pregare. Questa stanza non è altro che il mio cuore dove quando inizio a pregare chiudo la porta e lascio fuori tutti i problemi, le paure, le insicurezze. Così questa diventa una preghiera fatta con il cuore proteso verso Dio.
Allora l’invito che vi faccio in questo tempo di pandemia unita alla Quaresima è quello di fermarvi a riflettere su cosa noi mettiamo come distanza con Dio, ricordandoci che “noi siamo la polvere amata da Dio”.
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